Rinarrare la propria storia, in un percorso autobiografico di conoscenza e riparazione del sé, significa cogliere la trama della propria vita, ricucire e colmare i suoi strappi, trovare o ritrovare il filo del discorso, il bandolo di non detti e sentimenti taciuti, dipanare e ritessere quella matassa spesso avviluppata che è il nostro passato. Nel lavorare con i ricordi, si utilizzano spesso metafore legate alla tessitura. Scrivere di sé è inevitabilmente un processo di reinvenzione, in cui la memoria seleziona, scarta, dipana e riannoda, crea nuove connessioni tra fatti, emozioni, incontri, immagini fino a formare un disegno con una sua compiutezza narrativa, non necessariamente fedele né didascalica. Quell’arazzo soggettivo e personale è la nostra versione della storia, o meglio il nostro modo di raccontar(ce)la. Trame e tessuti fanno parte del nostro bagaglio autobiografico, quanto abiti, cappelli, scarpe, borse, collane, anelli lo accompagnano. Esiste un guardaroba emotivo che raccoglie i migliori abiti della nostra vita, quelli che hanno accompagnato le tappe dell’identità e le sue trasformazioni. Abiti rifugio, abiti specchio, abiti rito, abiti divisa, abiti scaramantici, abiti per farsi guardare, abiti per nascondersi…
Laboratorio introduttivo
Laboratorio di scrittura autobiografica rivolto a chi, oltre a voce, penna e taccuino, vuole provare a raccontarsi anche con fili e gomitoli per intrecciare trame e ricordi di stoffa.
Il baule dei ricordi
Rievocare e scrivere ricordi //Il guardaroba emotivo: gli abiti che hanno avuto un ruolo nella nostra vita (nostri, dei nostri amici, della nostra famiglia, di figure di riferimento). Ricordarli, descriverli, rappresentarli, ricrearli // Vestire ed essere vestiti, vestirsi per sé e vestirsi per gli altri: il linguaggio del corpo e gli oggetti che ci avvolgono, consolano, proteggono, travestono // I nodi della vita: strappi, buchi, abbandoni //Lavorare con e allo specchio. Riflettere, speculare.
Tessere la propria storia
Raccolta: la costruzione di un patchwork autobiografico // Strutturare, narrare e/o cucire la propria storia: dare forma al racconto di sé.
Esplorazioni
-Come ci vestivamo: excursus visivo fra storia dell’arte e storia della moda (visita alla “Associazione Culturale Il Tombolo di Anghiari”)
-Esercitazioni pratiche con stoffe e colori a cura di Rossella Rosa Chiassarini, fondatrice e direttore dell’Accademia di Moda
La docente
Nicoletta Polla-Mattiot, si è laureata in Retorica e tecniche di comunicazione a Lettere antiche e la passione per gli studi sul linguaggio (verbale e non verbale) è andata di pari passo con quella per la scrittura. Giornalista, ha vent’anni di esperienza fra periodici e quotidiani. Ha iniziato a lavorare a La Stampa, poi La Repubblica e successivamente si è specializzata nella ideazione, progettazione e sviluppo di periodici femminili, quali Grazia (come condirettore), PerMe (comedirettore). Attualmente dirige il mensile del Sole24Ore, How to Spend it, in partnership con il Financial Times. Lavora sul silenzio come strumento e tecnica di comunicazione dal 1988, con attività di ricerca e didattica. Sull’argomento ha scritto libri, articoli, saggi. Fra gli altri: Pause, 2012, Il paradosso del silenzio, 2009, Tacere tra parentesi, 2006, Riscoprire il silenzio, 2004. Nel 2009 ha fondato con Duccio Demetrio l’Accademia del silenzio, scuola di pedagogia e comunicazione del silenzio.
Curatrice e coordinatrice di “Milano incontra la Moda”, rassegna pluriennale (2001-2004), in collaborazione con l’Assessorato alla Moda, Turismo e Grandi Eventi; consulente scientifico di Voce del Verbo moda, rassegna della moda e dello stile del Circolo dei Lettori di Torino (2013-2014) in collaborazione con ModaCult – Università Cattolica del Sacro Cuore e Università di Bologna/Campus di Rimini – Laurea Magistrale in Moda. Con quest’ultima collabora con lezioni/seminari su Scrittura della moda e autonarrazione.
Lavora da anni sulle tematiche del lavoro, della creatività e della consapevolezza femminile, ha partecipato come direttore editoriale alla prima fase di ideazione e lancio del progetto WE-Women for Expo (la rete mondiale di donne sul tema Nutrire il Pianeta Energia per la Vita, di Expo2015) di cui attualmente è Ambassador Ideatrice e curatrice di eventi culturali, ha fondato con Anna Folli il Festival di letteratura e musica “Le corde dell’anima” di Cremona. |
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